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modello da sud est

modello 100

Luca Ferrario ©

L’intenzione di progetto mette in evidenza e potenzia la relazione tra lo spazio pubblico minerale della piazza e l’area più naturale del lungofiume, posta ad una quota inferiore. L’edificio patriziale si subordina a questa funzione e accentua la forte relazione visiva e funzionale tra i due spazi, collocandosi perpendicolarmente all’andamento della situazione morfologica e aprendosi a ventaglio rispetto la presenza del Ponte Vecchio, che con questo gesto viene ulteriormente valorizzato. La piazza si ridisegna conseguentemente, partendo dalla geometria dal nuovo Palazzo e assumendo la forma pura del quadrato a definizione di un vuoto altrimenti con pochi riferimenti chiari.

primopiano

La casa è un corpo unico inserito nel terreno perpendicolarmente al leggero degradare del terreno, collocato in posizione ravvicinata all’accesso della strada privata che lo serve, permettendo al giardino uno stacco più marcato ad ovest. Attorno alla casa la sistemazione esterna non prevede cambiamenti all’andamento del terreno originale, se non minimamente nella zona dell’accesso. La soluzione evita l’edificazione di muri di sostegno verso i confini limitrofi e lascia intatto l’andamento naturale del luogo, dentro il quale la casa emerge naturalmente. Internamente l’andamento dei livelli si risolve quindi adattandosi alla morfologia originale, articolando altezze dei locali diverse tra i due orientamenti. Gli spazi più privati sono posti nell’ala est e d’incontro ad ovest. Due terrazze di dimensione e soluzione architettonica diverse stabiliscono la relazione principale tra gli spazi interni e l’esterno verso occidente, mentre tutte le altre forature sono di piccola entità, tenendo conto dell’edificazione, presente o futura, dei fondi attigui.

volo d'uccello

2018 - Canevascini - Lugano-56

Nel 2018 la città di Lugano è stata selezionata per ospitare una manifestazione che si svolge annualmente in Svizzera, la città del gusto, vale a dire la capitale nazionale dell’enogastronomia. All’atelier di studenti diretto dall’architetto Canevascini è stato affidato il compito di allestire uno degli spazi al centro dell’avvenimento, il Villaggio del Gusto, all’interno del Padiglione Conza al Centro Esposizioni cittadino. Per poter raggiungere gli obiettivi l’atelier è stato organizzato come un team di progettisti in cui le singole idee di partenza sono convogliate progressivamente in un unico concetto collettivo.

180127 centrale

01 da sud est

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Il progetto di ampliamento degli spazi didattici dell’Istituto Cantonale di Economia e Commercio (ICEC) s’inserisce nel concetto globale di sistemazione del complesso già oggetto di risanamento. La proposta di nuovi spazi intende risolvere l’orientamento più deficitario del complesso scolastico, verso la golena del fiume Ticino. Il nuovo edificio consiste in un lungo corpo sollevato da terra e collegato puntualmente in prossimità dei corpi scale del blocco principale. L’ubicazione porta la scuola finalmente ad avere un fronte principale verso il fiume, non più visto come un retro ma come sfondo privilegiato.

esterna 1

Il tema è l’edificazione di una casa bifamiliare in un terreno scosceso. Il progetto rispetta la conformazione del terreno esistente e lo asseconda sviluppandosi come edificio a gradoni. L’accesso veicolare e pedonale avviene da ovest grazie ad una strada privata. La casa è posta in direzione perpendicolare al confine occidentale e si sviluppa su tre livelli. Al livello interrato trovano posto due autorimesse, le cantine, i locali tecnici, le lavanderie e l’atrio di accesso alla casa. Un ascensore in comune garantisce un comodo spostamento ad ogni livello. All’esterno due muri di contenimento dividono in modo preciso la zona d’arrivo (quota parcheggi) da quella privata (quota giardino). Il lucernario posto a livello delle terrazze garantisce una buona illuminazione naturale nell’atrio dell’entrata principale. Dall’atrio del piano terreno si accede alla zona notte dei due appartamenti e ad un locale che funge da studio medico. Al primo piano trova posto la cucina con sala da pranzo e il soggiorno con camino. Dalla cucina si accede ad un patio ad est, mentre dal soggiorno si accede alla grande terrazza verso ovest. La percezione è comunque quella di un unico spazio passante.

modello dall'alto

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L’edificio, che si affaccia su Piazza Grande, ha origine nella prima metà dell’800, anche se con un’altezza minore. Il rialzo della struttura originaria, riconducibile ad inizio ‘900, modifica l’unità formale del prospetto finora gemello all’edificio adiacente e produce l’immagine odierna di una casa a torre che svetta per dimensione e proporzione rispetto ai suoi vicini. L’intervento amplia e semplifica gli spazi dell’attività commerciali ai livelli inferiori e propone un grande appartamento organizzato su tre livelli, affacciato sulla Piazza. L’edificio è coronato da un tetto-terrazza, già presente prima dell’intervento, ma raggiunto ora con un nuovo corpo scale, più comodo e funzionale, e disposto di una copertura minima di protezione.

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La tipologia della scuola dell’infanzia di Gordola esprime la volontà di uno spazio unico, fluido e non sistematicamente suddiviso fra le singole sezioni. Il cuore della scuola è rappresentato dall’atrio d’ingresso dal quale dipartono gli accessi ai principali spazi. Esso è luogo di contatto privilegiato tra il bambino, gli educatori e i genitori, ed è perciò di dimensioni generose, tanto da divenire nella realtà un ulteriore spazio didattico comune. Le entrate alle aule sono segnate da aperture zenitali sostenute da pareti colorate che, oltre ad articolare l’altezza dei locali, offrono un’illuminazione ideale e suggestiva, facilitando l’orientamento. All’atrio si accede dal piazzale esterno, dove convergono due lame in calcestruzzo che legano l’edificio al tessuto del paese. Le tre sezioni sono disposte secondo uno schema “centrifugo”, con orientamenti diversificati. La loro organizzazione interna segue un criterio analogo: attorno ad un nucleo che ospita quelle aree di deposito o di servizio che necessitano una chiusura maggiore, ruotano le altre attività in contatto più diretto, sia visivo che fisico, con il giardino. Tra due delle sezioni è collocata l’aula di movimento, raggiungibile dall’atrio principale. Un portico coperto funge da spazio di mediazione tra l’interno e il giardino comune.

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Il sedime che ospita il Centro Regionale dei Servizi (CRS) si trova sul versante destro di un fiume, la Moesa, al margine nord-est del paese di Roveredo e in prossimità dello svincolo della strada nazionale. Il Centro rappresenta il primo tassello di una serie d’interventi legati all’area, toccata dalla nuova circonvallazione del paese. La proposta è un edificio che guardi oltre con la testa ma che ben si appoggi con il resto del corpo: uno zoccolo allargato, in calcestruzzo, che affonda nel terreno con leggera inclinazione, ed emerge col corpo centrale in maniera decisa e perpendicolare al flusso della valle. La materia del basamento accompagna ad altezze diverse l’intero perimetro, mentre i prospetti trasversali del corpo emergente subiscono un trattamento privilegiato che ne nobilitano la funzione essenziale, che è quella amministrativa, sottolineando il carattere pubblico e di richiamo dell’impianto. Tre vuoti si alternano: il piazzale d’accesso pedonale verso la strada cantonale, il parcheggio per gli utenti ed il patio centrale che, oltre ad offrire un collegamento esterno trasversale, rappresenta uno spazio di riposo e ristoro, chiuso agli immediati dintorni e aperto sull’orizzonte dei monti

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Il tema di partenza è un vuoto. Questo vuoto, rialzato e staccato dalla piazza, è un giardino utilizzato prevalentemente ad orto. Il progetto dapprima riconosce le qualità di questo spazio ripulendolo dai numerosi manufatti o resti di essi che lo occupano, poi ne completa la recinzione attraverso il recupero degli edifici che si prestano ad essere adibiti ad abitazione e con la costruzione di nuovi volumi. Tutti si orientano verso il vuoto e ad esso sono subordinati. Il risultato è un micro-quartiere, con abitazioni indipendenti e peculiari, ognuna con spazi propri, anche esterni, e con un grande giardino comune: un’occasione di convivenza singolare e preziosa.

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Una casa per una famiglia in un giardino rigoglioso. Il progetto parte dal rispetto di questo luogo e colloca quindi il costruito necessario al programma richiesto lasciando che il verde rimanga protagonista e la casa lo assecondi e ne tragga il naturale godimento.

L’organizzazione della casa parte da un basamento seminterrato quale zoccolo architettonico in calcestruzzo che sorregge un corpo agettante con struttura di legno massiccio (sistema Appenzellerholz), ulteriormente coibentata e rivestita da una pelle di larice.

La parte bassa ed estesa fa da accesso e ospita gli spazi di supporto, mentre il volume principale accoglie le funzioni del vivere assieme (soggiorno, cucina e locale giochi al piano terra) e gli spazi più individuali (le camere al primo livello). Tipologiocamente la scelta per la parte superiore è una pianta quadrata che evidenzia la volontà di non limitare il proprio orientamento, ma di aprirsi verso tutto il giardino e all’ambiente circostante, distribuendo le aperture  in maniera pressochè omogenea sui quattro lati.

La voglia di natura della casa è confermata dalla produzione dell’energia necessaria tramite delle sonde geotermiche nel terreno e dei pannelli solari termici sul tetto.

01 vista assieme da est

Costruire sulla collina di Ascona significa mettersi in relazione con qualità storiche e paesaggistiche eccezionali. Il sito in questione deve quindi sia alle proprie relazioni visive, sia alla morfologia del terreno, la propria unicità. Da esso il fruitore del complesso può ammirare l’estendersi del lago verso sud, accompagnato dal dolce degradare del rilievo montuoso; verso oriente il lembo di delta che ospita l’antico borgo di Ascona; alle proprie spalle la storica collina del Monte Verità. Benché il mappale sia molto esteso, per superficie e dislivello, l’intervento si concentra nella parte alta del terreno, lasciando libera la zona mediana, dove il rilievo assume caratteristiche di vallata, definita dalla presenza di un’area boschiva a sud. L’edificazione complessiva si scompone in tre blocchi che si dispongono a scalare dalla quota maggiore, in accordo con la morfologia del rilievo.